SUSHI WOMAN

Premessa… 2 week end fa, la Mukka è andata in montagna con il suo Yak. Presa non si sa bene da quale delirio provocato dal Morbo, decide di preparare la cena al suo Yak. E fin qui nulla di strano, che alla fine la Mukka in cucina se la cava + che bene.
Ovviamente, essendo Mukka, ed essendo irrimediabilmente contagiata dal Morbo, ella decide di dedicarsi alla preparazione del sushi. (Che poi, io lo chiamo sushi x farla breve, ogni cosa c’ha il suo nomino preciso, ma ancora non l’ho imparato).
Prima di tutto chiama il fido Sardauker, che quanto a cibo Japan è un’autorità. Egli comunica che tutto ciò che serve è reperibile sul suo blog, ma conoscendo la Mukka (e soprattutto gli effetti devastanti che il Morbo ha su di lei) le rispiega tutto x sicurezza.

Armata di Kit x il sushi del Sig. Arnaboldi, Riso vialone nano, aceto, confezione supplementare di alghe nori e set da sushi x 2, la Mukka fiduciosa parte.

E qui parte il delirio.

Seguitemi, vi prego.

La preparazione del riso va liscia liscia come il culo di un bimbo. Perfetto.

Ma il primo nemico si profila all’orizzonte. Nero (verdognolo scuro x la precisione), infingardo, bastardissimo insomma. L’alga nori.

Ora, le istruzioni erano piuttosto chiare: stendere l’alga sull’apposito tappetino con il lato rugoso verso l’alto, begnare le manine nell’acqua e sale, stendere uno strato di riso sull’alga facendo attenzione a lasciare circa 1/2 cm libero su entrambi i lati lunghi per poter correttamente sigillare il vostro operato, porre al centro il ripieno desiderato, arrotolare il tutto servendosi dell’apposito tappetino e sigillare bene il tutto.

Semplice no?

Chiaro e limpido vero?

NO. PER UN CAZZO (perdonate il francesismo).

Perchè il signor Arnaboldi, mica te lo dice quanto riso ci va’ su quest’alga. Mica ti dice "Occhio ciccia, mettine uno strato non troppo spesso, altrimenti quando poi ci metti nel mezzo anche il ripieno con sta cippa che lo chiudi!". Mica te le dice, queste cose, il Sig. Arnaboldi. Ti lascia da sola nella parte cruciale della preparazione e tu ti ritrovi con un cavolo di tubo di alga ripiena di riso e salmone che, per quanto la pressi con quell’accidenti di tappetino, non ti si chiude nemmeno a piangere.

Beh, ok, questi ce li mangiamo così, via, che altrimenti stiamo qui due giorni. Ovviamente, prima di procedere con il secondo tentativo, è bene che abbiate lo Yak che fa da tester x il gusto. Che se fanno schifo, iettate tutto e preparate un buon piatto di pasta…

Comunque, dato che di sapore (almeno quello) erano buoni, decido di procedere con il secondo tentativo.

‘sta volta stando attenta a l quantitativo di riso che, te pareva, era troppo poco.

Beh, con il terzo tentativo mi riscatto. Prendo una delle alghe aggiuntive acquistate e mi rendo conto che è sensibilmente + grossa rispetto a quella già presente nel Kit del Sig. Arnaboldi. Non sapendo che fare, decido arbitrariamente di utilizzarla tutta.

Io ve la faccio breve… Avete presente il tubo di una stufa? Ecco. Mi son venuti dei rotelloni giganteschi che per tirarli su, mica le bacchette. Direttamente il montacarichi ci voleva…

Brutti, ma brutti!

Sconsolatissima.

E il morbo rideva. Dice, il bastardo, che lui sapeva quanto riso ci voleva, ma siccome è simpatico non mi ha detto nulla. ‘stardo!

Beh, quando lo Yak si degnerà di farmi pervenire le foto giurin giurello che ve le pubblico.

Ora vi bacio.

  

  1. 26 febbraio 2008 alle 10:50 am

    il “tubo di stufa” è sempre apprezzato 🙂

  2. 29 febbraio 2008 alle 3:17 PM

    Sardauker si, va beh… mi veniva da risponderti una cosa, ma mi limito. Che IO sono una personcina fine!

  3. 7 marzo 2008 alle 8:31 PM

    Buono il cibo jappo! 😛

    Io adoro i “california maki”: me li mangerei a vagonate! 😀

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